domenica 14 marzo 2010

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lunedì 1 marzo 2010

CONVEGNO NAZIONALE PET THERAPY

Nello spendido scenario della sala Consiliare del Comune di Palermo, Venerdi 26 Febbraio 2010 si è svolto il Convegno Nazionale Sulla Pet Therpy.

L'interesse per l'argomento è stato alto, le molte persone presenti in sala, hanno seguito gli interventi e lo svolgimento dei lavori con grande concentrazione.

Le relazioni presentate sono state di grande importanza per una corretta divulgazione culturale sul tema della Terapia assistita dagli amimali.

Ringrazio quanti hanno voluto il mio intervento al Convegno in particolare il caro amico Dott. Vincenzo Allegra e il Comune di Palermo per la spendida ospitalità riservataci.
PALERMO PIAZZA PRETORIASALA CONSILIARE COMUNE DI PALERMO



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Animali "guaritori". Prendersi cura di loro migliora la qualità della vita e riduce lo stress quotidiano
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03 marzo 2010 12:18


Prendersi cura di un animale può migliorare la qualità della vita, riducendo l’ansia e ridimensionando lo stress legato alla quotidianità. Non solo: l’interazione tra uomo e animale può, in alcuni casi, proporsi quale terapia aggiuntiva da affiancare alle cure già previste nel caso di patologie quali autismo, disturbi comportamentali, disabilità fisica e psichica e sindromi depressive.

Si chiama “pet–therapy”, espressione anglosassone che, tradotta in italiano, significa più o meno “zooterapia”: ne enunciò per la prima volta i benefici lo psichiatra infantile Boris Levinson che, nel 1960, diffuse le sue teorie sugli effetti che la compagnia degli animali procurava ai piccoli pazienti in cura.
Palermo è stata protagonista, nei giorni scorsi, del primo convegno nazionale sul tema, intitolato “L’utilizzo di un corretto rapporto uomo–animale per una riabilitazione psicologica: la pet – therapy in Italia”, tenutosi presso la sala consiliare del Comune, alla presenza di relatori ed esperti provenienti da tutta Italia.
Un’iniziativa fortemente voluta dal consigliere comunale Rosario Filoramo, che ha sottolineato la necessità di avviare una riflessione sulla complessità che caratterizza la relazione uomo – animale, anche alla luce del comportamento, spesso poco etico, che il primo riserva al secondo. “Occorre – ha osservato Filoramo, da sempre impegnato a favore della diffusione della cultura dello sport – recuperare il rapporto tra uomini e animali, non dimenticando che, in passato, questi ultimi erano sì strumenti di lavoro, ma anche insostituibili compagni di vita ”.
Se è vero, infatti, che i maltrattamenti nei riguardi degli animali non sono mai giustificabili, appaiono ancora più incomprensibili se si tiene conto delle potenziali e immense risorse che cani, gatti, cavalli e altre specie possono mettere a disposizione dell’uomo: non a caso, il convegno è stato anche un’importante occasione per illustrare i risultati che alcuni tra psichiatri, educatori e veterinari hanno sperimentato negli specifici settori di competenza.
A moderare l’incontro, organizzato dall’associazione “I Gattopardi”, è stato il presidente di quest’ultima Vincenzo Allegra, veterinario, alla guida della Lega Regionale Equestre dell’Unione Italiana Sport per Tutti (UISP), la cui mission primaria è l’estensione a tutti i cittadini del diritto alle attività motorie. Tra gli interventi più significativi, quello dello psichiatra e neuropsichiatria infantile Matteo Allone, psicoanalista junghiano, protagonista di straordinari risultati ottenuti nella terapia assistita con gli animali nella devianza minorile.
Dirigente del Centro diurno salute mentale dell’Azienda 5, presidente dell’associazione onlus “Il Centauro” e giudice onorario del Tribunale dei Minori di Messina, Allone ha posto l’accento sul ruolo che le pubbliche amministrazioni dovrebbero assumere nel sostegno alle attività legate alla pet–therapy, riscattandole dalla loro episodicità e rendendole continuative. “La progettualità – ha sottolineato Allone – ha un senso solo se si realizza nel tempo, anche perché, se i sovvenzionamenti sono transitori, non hanno alcun valore”.
Una considerazione pienamente condivisa anche dall’assessore alle Attività sociali del Comune di Palermo Raoul Russo, che ha assicurato la piena disponibilità dell’amministrazione in carica ad avviare percorsi di conoscenza e valorizzazione della pet-therapy, attività innovativa e affascinante che solo di recente ha ottenuto il giusto riconoscimento, con un vasto impiego in svariati settori socio-assistenziali come case di riposo, ospedali e comunità di recupero.
Particolarmente sorprendenti, in tal senso, appaiono i risultati ottenuti con l’ippoterapia: secondo lo stesso Allone, il rapporto tra uomo e cavallo sarebbe portatore di significativi miglioramenti anche per i soggetti non vedenti o affetti dalla sindrome di Down; Messina è forse la città siciliana dove sono state realizzate, in tal senso, le esperienze più esaltanti, con particolare riferimento a numerosi convegni che hanno contribuito a conferire legittimità scientifica ai percorsi compiuti, e ad alcuni progetti riabilitativi che hanno coinvolto soggetti particolarmente esposti al rischi di devianze.
L’anno scorso, nella città dello stretto si è tenuta la manifestazione “Magical Horse” – organizzata da “I Gattopardi”, presso il Forte Ogliastri, in un’area, denominata “Giostra”, tristemente nota per l’alta incidenza criminale. Il cavallo, dunque. Pare che nessun altro animale sia in grado di veicolare così efficacemente messaggi positivi, determinando mediazione e attrattiva, trasformazione e crescita, come hanno testimoniato durante il corso del convegno anche Ester Fazio, professore associato di Fisiologia Veterinaria presso l’Università degli Studi di Messina e il Generale Stefano Dolce, istruttore nazionale di equitazione, una lunga esperienza con i cavalli maturata anche nell’ambito dell’Esercito e in qualità di giudice nelle gare.
Secondo la pedagogista Elisabetta Parrinello, educatrice cinofila, specialista in attività e terapie assistite da animali, la relazione tra uomo, cavalli, cani e gatti, sarebbe addirittura di fondamentale importanza nella crescita perché ricca, reciproca, aperta, di grande sostegno anche e soprattutto per il paziente: un vero toccasana in grado di sollecitare gioia, serenità, amore. “A Piazza Armerina, nell’ennese – ha spiegato – è stato realizzato un progetto di pet–therapy che ha coinvolto alunni con difficoltà di apprendimento, consentendo il raggiungimento di risultati di grande qualità: miglioramento dell’autostima e riduzione dell’ansia, primi fra tutti”.
Da Messina a Enna, passando per Palermo: anche il professore Antonio Bongiorno, medico psicoterapeuta, titolare della cattedra di Psicologia clinica della facoltà di Medicina dell’Università degli Studi di Palermo, ha sottolineato come “l’animale attivi il senso d’iniziativa, incoraggiando i comportamenti esplorativi, recuperando una comunicazione non verbale, più legata alla fisicità: nel dialogo con una creatura non umana nessuno si sente giudicato, l’ansia e lo stress scompaiono”.
Non solo attraverso la relazione con i cavalli ma, più in generale, con tutti gli animali, come ha spiegato la dottoressa Silvia Ferretti, dell’Associazione Onlus “L’Arca del Seprio”, di Varese, che ha illustrato la positività dei risultati raggiunti anche con “co–terapeuti” quali gatti, conigli, cavie, galline e cani. La pet-therapy, dunque, facilita la capacità di sincronizzarsi con l’animale fino a indurre un atteggiamento pro-sociale di cura e accudimento verso l’animale stesso. Un approccio etico e “gentile” nei confronti di quegli stessi animali che, troppo spesso, sono vittime della crudeltà umana, che si estrinseca attraverso maltrattamenti, abbandoni, uccisioni.
Di questo aspetto della relazione uomo-animale ha parlato la psichiatra e psicoterapeuta Lucia Della Villa, componente del Comitato Scientifico Pet-Therapy Bioetica, di Messina, che ha relazionato sul tema delle sevizie a danno degli animali, con particolare riferimento al rapporto tra criminalità e maltrattamenti. I dati parlano chiaro: in Italia, il 15% degli stupratori esercita violenza anche sugli animali, e il 30% dei molestatori di bambini ha commesso atti di crudeltà verso cani o gatti durante l’infanzia o l’adolescenza.
Crudeltà sugli animali come tirocinio di crudeltà verso gli uomini? Parrebbe proprio di sì, se è vero che numerosi studi condotti anche negli Stati Uniti dagli anni ’60 ad oggi, dimostrerebbero proprio che esiste un nesso preciso – è la stessa FBI ad ammetterlo – tra barbarie contro la specie umana e quella animale: in alcuni casi, certi killer avrebbero addirittura ammesso di avere ucciso animali per rivivere, attraverso la loro morte, il piacere provato uccidendo uomini. La crudeltà verso gli animali è, dunque, un sintomo psichiatrico, e non basta condannarla con fermezza: difenderli, come ha sottolineato la dottoressa Della Villa, non significa solo astenersi, ma soprattutto militare a favore dei diritti di chi non ha voce.
(Marianna La Barbera)